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All you need is love, cantavano i Beatles più di quarantanni fa. Nel frattempo la parola "amore" è entrata e uscita a intermittenza dal lessico del rock, talvolta fagocitata dai suoi estremi autodistruttivi fino quasi a diventare tabù. Ed ecco allora arrivare la rivoluzione gentile dei Coldplay, che rifuggendo ogni eccesso di protagonismo, lusso sfrenato e vita spericolata sono diventati cantori dei sentimenti del nuovo millennio. Chris Martin e compagni, sull'onda di un successo ormai decennale, parlano il linguaggio, breve e veloce come un sms, delle nuove generazioni: la loro è un'elegia della maggioranza silenziosa, un pop ecumenico che propone la solidarietà tra gli esseri umani e la normalità come unico possibile paracadute per l'ansia e il disorientamento del nostro presente, questi anni Zero segnati dall'11 settembre e caratterizzati da precarietà e paure millenariste, guerre preventive, contratti part-time, relazioni a scadenza, confini che cambiano e ideologie che si frantumano. Le canzoni firmate da Martin, tra inni ecologisti e voli alla velocità del suono, attraversano e celebrano tutti i colori della vita, dal giallo cuore pulsante del pianeta al rosso delle altalene di fragola, cingendo l'umanità in un grande abbraccio fraterno e invitandola a resistere, anche quando tutto sembra perduto. Con la forza dell'amore. Perché, come diceva una vecchia canzone, love is ali you need.